Invidio i saccenti
i depositari convinti
delle assolute verità
col brevetto di benpensanti
col presupposto di sentirsi santi.
Invidio i prepotenti
sempre pronti
alla ragione certa
al posto di comando
sull’alto dello scranno
e l’indice puntato
contro l’altrui mediocrità.
Invidio gli ignoranti
che pascolano quieti
non conoscendo
dubbi e turbamenti
non immaginando
nuovi argomenti.
Invidio
i non invidiosi
sicuri d’essere il meglio
il capolavoro
la perfezione assoluta
dell’universo intero.
Invidio l’acqua cheta
che dorme sotto il ponte
e non conosce
spavento di cascata.
Tosca Pagliari (Luglio 2014)
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