Sull’altalena fusa di gatto e luna piena la notte è calda un fiore a terra si sfalda. Sull’altalena il gatto si dimena i profumi ubriacano l’aria serena le stelle bucano il drappo scuro il geco passeggia sul muro. Dall’altalena il gatto d’un balzo insegue una falena anch’io ora mi alzo e chiudo la scena.
Non vado lontano, secondo il metro dei miei multi decenni, per dire che trent’anni fa o poco più eravamo d’altra natura.
Ci mancava quell’estensione, quell’organo esterno e vitale dove pulsa l’intera sostanza dell’odierno vivere: la piatta e magica scatoletta. Indispensabile scatoletta con la quale orientarsi nel tempo e nello spazio, avere la cognizione dello scibile, la conoscenza di tutte le lingue, le ricette e i consigli per tutte le evenienze, l’intrattenimento sotto ogni punto di vista, la soluzione per ogni pratica esigenza, la comunicazione immediata e visiva con chiunque in ogni parte del mondo, il pass per ogni passo.
Di che solida natura eravamo allora senza tutto questo me ne stupisco solo adesso! Soprattutto ci mancava quella facoltà mentale, la tuttologia, derivante dall’impianto di questo nuovo organo. E stranamente avevamo meno dubbi, eravamo più fiduciosi nella scienza che ci propinavano, più coscienziosi d’una coscienza individuale e non collettivamente indotta.
Ma adesso siamo connessi, interconnessi e forse più disconnessi dall’originaria natura. Chi l’avrebbe mai detto!
Sui muri della casa ci si potrebbe friggere un uovo o arrostite una bistecca.
Andare scalza sui pavimenti fa l’effetto spiaggia.
I gatti sono così affranti che si lasciano piacevolmente innaffiare insieme alle piante.
Questa è l’estate.
La rovente estate .
Stanotte non si muove foglia.
Il cielo è pieno di stelle, qualcuna già l’ho vista cadere. Doveva essere una di quelle che fanno le prove in attesa dello spettacolo di San Lorenzo.
Uno dopo l’altro gli aerei viaggiano con le loro lucine che si spostano nel cielo nero. In pochi minuti ne sono passati già quattro.
Ma dov’è che vanno?
Questa è l’estate.
La magica estate.
La libertà è stare quasi del tutto svestiti. Leggerezza sulla pelle. Movimenti fluidi.
Il sudore evapora gli umori, anche il dentro si libera.
L’orologio scorre il tempo per conto proprio. Si va al ritmo che si vuole e non si rincorrono più anche i secondi.
Questa è l’estate.
La libera estate.
E mi piace.
Le zanzare saranno partite anche loro. Non se ne sentono ronzare o pizzicare.
Del resto di giorno ci sono così tante rondini. Si posano sui fili della biancheria ed emettono suoni. Note viventi sul ” bigramma” del mio balcone.
E le zanzare forse più che partite saranno state mangiate da questi uccelletti affamati.
Le pomelie profumano sempre e il basilico vorrebbe sovrastarne l’aroma. Creano un mix piacevole. Ma lo sanno i guru dei profumi? Chissà se dirglielo o no. Queste fragranze così soavi reinventate e imprigionate in ampolle di discutibile design. Meglio lasciar perdere.
E questo capita tutto d’estate perché è questa l’estate.