Ho bisogno
d’un mondo stabile
almeno un po’
più stabile.
Invecchio
m’ irrigidisco
l’elasticità
delle mia membra
è in fuga
insieme all’elasticità
della mia mente.
Ho bisogno
d’un mondo stabile
che non cambi
che cambi poco
che cambi lento.
Il logorio
del continuo adattamento
mi corrode come acido.
Ho imparato
disimparato
reimparato
reimpostato
resettato.
Ho fatto e disfatto puzzle
ricombinato ipotesi
riassemblato valori
rivalutato giudizi
riconfrontato pareri
liquefatto sostanze.
Ho rigirato le pagine
e rincorso realtà virtuali.
Ho scomposto
e ricomposto
ogni mio neurone
per intendere il senso
della dematerializzazione
ma non sono capace
di digerirne la forma.
Ho bisogno d’un mondo vero
e stabile.
Sto invecchiando
divento nostalgica
prendo mosse di gambero
e cerco d’andare a ritroso
nel tempo che fu:
un tempo che percepivo
lento
e stabile.
Ho bisogno di quel tempo
eppure non mi arrendo
procedo in avanti
sforzandomi
di tenere il passo
con vecchi piedi
dentro scarpe nuove.
( Tosca Pagliari in lotta col mondo – novembre 2020)