C’è il libro

C’è il libro

della preghiera
del canto
del destino
della magia
della meraviglia
del ricordo
della fantasia
del viaggio
del sapere
dell’arte
del canto
del riso
e del pianto.
C’è un libro per dire
e un cuore
e una mente
per ascoltare.
C’è una pagina aperta
una pagina chiusa
una pagina piegata
una pagina sottolineata
una pagina scarabocchiata
una pagina strappata.
Tra una pagina c’è un fiore appassito
una cartolina
un biglietto
una fotografia
un capello
un’impronta
un segnalibro speciale
messo per caso o per intenzione.
C’è una frase che ti segue
un’altra che ti consola
una che ti fa compagnia
un’altra ancora che pretende
di riassumere ogni verità,
ma infine rimane sospesa
a quel punto di domanda
che ti spinge verso un nuovo libro
e un libro ancora
e sai sempre che non basterà.

Tosca Pagliari (2008)

Le mamme del nuovo millennio

Le mamme del nuovo millennio

col pancione fecondo

trofeo che sbuca fuori dai jeans.

Le mamme-regista di crescita

con la videocamera digitale

e le foto dei pargoli sui DVD.

Le mamme in carriera

a dirigere nonne e baby sitter.

Le mamme-autista

che accompagnano a scuola

e di qua e di là

e su e giù,

sognando d’allevare futuri campioni

di sport, musica, danza

o chissà che.

Le mamme bellissime

che non imbiancano mai,

coi capelli dai colori di fiamma

e i colpi di sole che illuminano il viso.

Le mamme modelle

tra dieta e palestre

col pearcing e il tatoo.

Le mamme alla moda

abbigliate come la loro prole.

Le mamme che sembrano sorelle maggiori

e non perdono il ruolo di figlie

di altre madri eternamente splendenti.

Le mamme con il cellulare

che messaggiano le raccomandazioni

e aspettano uno squillo

per non stare in pensiero.

Le mamme davanti al computer

che cercano consigli navigando su Internet.

Le mamme stanche

che si consolano

chattando con le amiche.

Le mamme coi sensi di colpa

del tempo che manca

ed esige la corsa allo shopping

ai vestiti di marca

alle figurine introvabili

agli ultimi videogiochi

per un figlio che chiede

per un mondo che chiede

e niente sembra bastare,

ma tutto corre sempre più in fretta

e quel che si cerca esige il “subito”.

Le mamme sole

per scelta o per circostanza.

Le mamme con le famiglie distrutte

con le famiglie rifatte

con le famiglie allargate.

Le mamme felici o affrante

con tutti i figli rimescolati.

Tutte voi madri del nuovo millennio

sappiate che nessuno è perfetto

tanto meno una donna

anche se diventa mamma,

ma non ve ne rammaricate

e sorridete ai vostri figli.

A tutte quante,

nel giorno della vostra festa,

nè fiori nè profumi nè rossetti,

ma solo un applauso

un applauso intenso

che scrosci e risuoni

per il mondo intero

perchè essere madri nel nuovo millennio

è davvero un impegno

Tosca Pagliari ( Maggio 2007)

Ad una bambina

Piccola Fatima
dalla lunga leggera gonnella
sulla calzamaglia di lana.
Piccola Fatima
dalla grossa treccia
di fili di seta di nero lucente.
Piccola Fatima
che incedi come una regina
nella fila scomposta
tra tute e jeans di marca.
Mesta e dignitosa
il sorriso triste
gli occhi scuri assorti
profonda malinconia
d’una calda terra lontana
nella nebbiosa mattina lombarda.
Piccola Fatima
le braccia incrociate sul banco
la testa reclina
il silenzioso pianto
solenne affranta nostalgia.
Terra straniera
clima straniero
parole straniere
mensa straniera
compagni stranieri
insegnanti stranieri.
– Fatima perchè piangi?-
E tu che già impari l’italiano
– Male la testa-
Male al cuore Fatima
al cuore!
Lo avverto
ma non te lo dico
rispetto il nobile pudore
del tuo dolore.
Ci guardiamo
in silenzio comunichiamo.
Una carezza sul capo
e nel linguaggio universale
ci comprendiamo.
Impari sempre di più
sempre più in fretta.
Impari tutto di noi:
la lingua, le usanze, gli atteggiamenti
eppure mantieni il tuo stile.
Alunna attenta e ordinata
assorbi assennata
la nostra cultura
cerchi di attecchire
delicata e tenace pianticella esotica.
E ce la farai, lo so, lo sento.
Io no, io riparto
torno in quella mia soleggiata terra del sud
che si affaccia sulla tua.
Ti lascio un po’ più allegra
più disinvolta
con tanti nuovi amici
con gli scarponi da neve
e negli occhi ancora un debole riverbero
di corse scalze sulla sabbia tunisina.
Ti lascio e di te mi resta solo il tuo nome:
Fatima.
E soltanto adesso mi chiedo
che gusto ha il tuo cibo
che raccontano le tue canzoni
qual è il ritmo dei tuoi balli
come ti consola il tuo Dio
che suono ha “ciao” nella tua lingua
e “sole”, “vento”, “tristezza”, “felicità”?
Troppo presa ad insegnarti di noi
ho perso l’occasione d’imparare di te.
Addio piccola Fatima
o forse arrivederci
chissà…
Ma spero
spero tanto
che camminando nel nostro mondo
ti rimanga memoria anche del tuo
e che tu possa scoprire
in un gesto, una musica, uno sguardo, un colore
quella verità che tutti ci accomuna.
Tosca Pagliari (1999)