FOTOGRAFIE

Livida la linea dell’orizzonte
spezza
il cielo di cenere
e il mare d’argento.

Massi di nero lucido
in abbraccio
di bianca spuma.

Il pescatore
attende quieto
il pesce all’amo.

Il gabbiano
plana adagio
ad ali spiegate.

Il mio volto
s’inumidisce
di spruzzi salmastri.

La mia pelle
s’arriccia
alla brezza di mare.

Solo i miei occhi
scattano fotografie.
Le sviluppa
la camera buia della mente
su membrane indelibili
e segrete
dove nessuno
ha accesso.

Tosca Pagliari (28 settembre 2011).

13 AGOSTO 2011

Come quando si secca una fonte
il battito s’arresta
tutto si sospende
e può più l’incredulità
che il dolore
più la rabbia
che il dolore.
Ma il dolore
cuoce fino al midollo
e non c’è sole
che c’era ieri
non c’è cielo
che c’era ieri,
anche la speranza
diventa paura
di delusione.
Sospesa ai confini del mondo,
di tutto il mio mondo.
Vergognosa
di non saper sostenere la lotta.
Avvilita
di non saper trasmettere
forza e conforto.
Come un lembo di nube
vago nel vento
e non so posarmi
non so salire
non so dire
se non alludere
perchè anche il dire
fa paura.
Inimmaginabile era
inimmaginabile
avrebbe dovuto rimanere.
Adesso mi sveglio
sudata
era un sogno cattivo
d’ agosto.
Adesso mi sveglio
sudata
era prima
tutto un lieto sogno
ora è inquietante
realtà.

Tosca Pagliari ( agosto 2011)

INCONTRI E RINCONTRI

Fili e connessioni
camere web, microfoni e suoni.
Tasti, documenti, schede di memoria,
informazioni,
mappe satellitari
avvisi, calendari,
progressi, scienza,
storia,
impossibile restare senza.
Fili e connessioni,
siti sociali,
espressioni
di vita a distanza,
volti e voci
oltre la lontananza
veloci
agli incontri
dal monitor nella propria stanza.
Fili e connessioni,
colori ed emozioni.
Colore freddo della tecnologia
colore caldo della magia
di quel che pareva impossibile
e diventa vero, visibile.
Colore rosso degli affetti
vissuti sotto altri tetti.
Colore bianco e nero
di foto scolorite
e reperite
tra uno scanner e un invio
di amici perduti
nel tempo reale
ritrovati con un messaggio virtuale.
Colore caldo di scambi, d’aiuti,
un archivio
infinito di fonti
di ponti
tra esseri lontani
eppure presenti ad uno
incredibile raduno
di sfiorar di mani
e di racconti.

Tosca Pagliari (luglio 2011)

TEMPO D’INTROSPEZIONE

Mi sono vista come sono
e non ho provato
nè stupore
nè disapprovazione
nè compiacimento.
Mi sono vista
ma non ho perso tempo
a guardarmi.
Mi sono vista
nel mio agire
e nel mio pensare
e ho solo considerato
la natura delle cose
e il loro accadere:
il vento che porta via le foglie
l’onda che lambisce la sabbia,
il fuoco che arde il ceppo
e la terra che germina i frutti.
Mi sono vista
così come sono
ed è già tanto
che sia accaduto,
avrei potuto
non vedermi
mai.

Tosca Pagliari (giugno 2011)

LE ORE VARIOPINTE

Le ore variopinte
sono anime di farfalle
sul grigiore dello scaffale
tra i libri della monotonia.

Le ore variopinte
sono musica di sottofondo
e minuetto
in punta di piedi
per non destare
il cruccio e la malinconia.

Le ore variopinte
sono il respiro dell’artista
che s’inventa la vita in poesia
sulle macerie di ieri
e sui progetti di poi.

Le ore variopinte
sventagliano colori di luce,
rubano folate di vento,
cavalcano brughiere sconfinate
e …
così come sono nate
repentine svaniscono
nell’ oblio.

Tosca Pagliari ( aprile 2011)

LE ORE DELLA VITA

Le ore

dell’aurora

appena tinte di rosee promesse

…si dileguano leste

già abbagliate

da nuove premesse.

Le ore del sole

vanno tra i capelli

col fiato caldo dei sogni ribelli.

Le ore del crepuscolo

evaporano iridiscenze di pulviscolo

col fiato leggero

di un passeggero

tra tanti.

Le ore del buio
nessuno può saperle
e chi sa
non ha più parole per dirle.

Tosca Pagliari ( aprile 2011)