Nelle varie “epoche” della mia vita ho rivisto più volte il film “Via col vento” e c’è stato un tempo che ho letto anche il libro. In tempi più recenti ho letto anche “Il mondo di Rhett. Il ritorno di via col vento” che è una rivisitazione del celebre romanzo vissuta dalla parte di lui e scritta da un altro autore. Ma l’altra sera, nel sorbirmi ore e ore di film, tra bicchieri d’acqua, ghiaccioli e grappoli d’uva, è come se avessi avuto alla fine una rivelazione. Sullo scoccare di mezzanotte, una Cenerentola del pensiero, ha lasciato la sua scarpetta con un grosso punto esclamativo. E che diamine, perchè non l’avevo mai visto prima in questa luce il personaggio protagonista Rossella (o meglio nell’originale Scarlett) O’Hara! Costei è considerata come quella forte, spregiudicata, esaltata d’amore impossibile, è giudicata, criticata, scansata, è quella che tiene in piedi tutto il romanzo, ma verso la quale nessuno è mai comprensivo e compassionevole. Neanche quando perde la figlia, l’amata governante ha compassione della sua affranta maternità, ma il pensiero va al povero Rhett. Sicché il tutto mi ha dato da pensare. Essere forti a questo mondo, avere le spalle larghe per affrontare tutte le situazioni non paga. Più appari forte e più ti caricano, più te la sbrighi e più te ne danno da sbrigare che tanto ce la fai. Invece se sei fragile sono tutti pronti a farti da imbottitura per pararti i colpi. Conviene essere forti, volitivi, intraprendenti? Povera Rossella! Perché un personaggio creato per la solitudine in una ostinatezza di rivalsa sulla vita? Conviene nascere “Rosselle” o nascere “Melanie”?
Monthly Archives: August 2014
INSONNIA
Insonnia
manto scuro di cielo
miriadi d’aghi
l’han forato
di stelle
un morso
ha strappato
una fetta
di luna calante.
Rombi d’auto
tagliano la notte
in strisce d’asfalto
stridente.
Schiamazzi improvvisi
di gatti agitati
che si cercano
che accerchiano
sacchi neri
sui marciapiedi.
Insonnia
aria ferma
di notte d’estate
sudore
di pelle
brunita.
Insonnia
irrequieta
di dita
che non trovano posa
e battono tasti
pensando che basti
inventare parole
per dare alla mente
sopore
e senso
alla notte che passa
sgravando
dalla toppa del buio
un giorno ancora.
(Tosca Pagliari – agosto 2014)
CALDO
Caldo
che bolle
caldo
che cuoce
caldo
che scotta
caldo
che infuoca
caldo
che esala
umori
e malumori
caldo
che cerca
la fronda e la fonte
caldo
che grida
alito di vento.
Caldo
che toglie
il filo del senno
e s’inventa
formule rare:
vado
e
riempio bottiglie
di caldo
le metto in dispensa
conserva preziosa
nei giorni d’inverno.
Tosca Pagliari (agosto 2014)
POETI NEL CUORE
Penso ai poeti e alle poesie. Poeti lo siamo tutti. A differenza che c’è chi riesce ad acchiappare il poeta che è in sè trasformandolo in parole scritte. C’è chi l’acchiappa trasformandolo in immagini e chi in musica. C’è chi lo acchiappa trasformandolo in parole che volano via. Infine c’è chi l’acchiappa nel silenzio del cuore e lì lo custodisce.
IL POZZO
Da dentro il pozzo
mi vedo stare a galla
per dispetto
a tutti i dispetti
che mi hanno
spinta
dentro.
Con raggi di luna
filo le corde
mi isso
sul bordo
del pozzo
aspetto
un minuto alla volta
finché faccia giorno.
( Tosca Pagliari – maggio 2013 )
L’ho ritrovata oggi mentre cercavo di mettere ordine tra i miei documenti virtuali.
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FIGLI DI PAROLE
Scrivere un libro è una maternità dello spirito, del pensiero, del cuore …. ma anche mettere al mondo un figlio a volte può essere inteso come un atto sconsiderato. Ci sono madri che non hanno di che nutrire il proprio figlio, nessuno che le aiuti a crescerlo, nessuno che ami o creda in quel bambino. Ci sono madri che non hanno tempo da dedicare al proprio figlio per farlo camminare nel mondo e nessuno che possa farlo al posto loro. Ci sono madri che di fronte a tutto ciò decidono di abortire, ci sono scrittori che lasciano il manoscritto nel cassetto interrompendo così la gravidanza creativa. Ci sono scrittori che non scrivono più evitando persino il concepimento pensando che tanto mai nessuno scometterà su di loro. Ci sono scrittori che sterilizzano ogni pensiero scritto così da non correre rischi. Ci sono scrittori che nonostante tutto non riescono a non produrre cumoli e cumoli di cose da dire perché sarebbe come interrompere il respiro e congelano embrioni ed embrioni di libri in un luogo recondito sperando in un buon tempo futuro. Il tempo futuro ha la magia del web dove tutte le anime dei libri non pubblicati secondo tradizione potranno comunque sempre più spaziare, dove a tutti i figli delle parole sarà concesso di vivere allo stesso modo. Perchè, in fondo, sia per il figlio vero fatto di carne, che per il figlio libro fatto di fogli vale sempre la pena di tentare una strada.
Tosca Pagliari
LODE ALL’OZIO
Si dice che l’ozio sia il padre di tutti i vizi. Ma se ci fossero vizi creativi, come ad esempio il vizio di scrivere, o qualunque altro pregevole vizio? Allora sia lode all’ozio. Lo stare senza far niente fa pensare, fa immaginare, fa analizzare dettagli, in pratica fa girare le rotelle del cervello magari a ritmo lento ma produttivo. Sarebbe dunque un finto ozio o un ozio propedeutico ad un da farsi piacevole e costruttivo. Magari pare che uno sia intontito su una sdraio del terrazzino e invece sta solo covando un qualche prodigio. “Ozio quindi sono”. Se non altro si è una persona e non una macchinetta puntata ad orario. Oziate, oziate senza sensi di colpa che fa bene alla salute fisica e mentale e magari chissà che la vostra mente oziosamente vagando di palo in frasca non giunga a qualcosa di eccezionale.
Ecco che vado a trovare:
Il termine ozio (derivato dal latino otium) indica un’occupazione principalmente votata alla ricerca intellettuale, attività generalmente riservata alle classi dominanti, ed è contrapposto a negotium, termine che indica occuparsi (più per necessità che per scelta) dei propri affari. ( da wikipedia) Vi passo il link che c’è molto d’interessante, molto, ma proprio molto di più di quel che possa aver detto io. http://it.wikipedia.org/wiki/Ozio
Così magari a chi vi rimprovera di stare senza far niente avrete di che rispondere, ma con calma senza affaticarvi troppo che se no vi spezzano l’ozioso incanto.
BUONE VACANZE!