Teniamo in conto la somma dei nostri anni, ci rammentiamo le date degli eventi più significativi, facciamo progetti futuri, ma … Il tempo, “il tempo continuo”, quello scandito dal ritmo giornaliero. Il tempo, “il tempo banale” della quotidianità. Il tempo che ci plasma impercettibilimente e ci spinge, quando erroneamente pensiamo d’essere noi a spingerlo troppo presi dalla frenesia degli atti e degli impegni. Proviamo a pensarlo questo “tempo condensato” in un continuo presente, che ci sfugge mentre ci affaccendiamo tra il prima e il dopo, il programmare e il revisionare incessante della nostra vita. Proviamo a rimisurarlo in una dimensione interiore, che parallelamente agli strumenti consueti, ci permetta di renderlo palpabile. E se il tempo vola, impariamo a volare più in alto perchè…
“Il tempo siamo noi, siamo noi la vita, il giorno chiaro, il richiamo lontano d’infinito”(scritto in gioventù)