L’immagine che ferma il tempo, rende tangibile un ricordo, racconta in silenzio di sembianze, luoghi, consuetudini, affetti. Quel che può una fotografia dal documento storico ai sentimenti più profondi non è paragonabile a null’altro, neanche al filmato nei generi più moderni. Il filmato scorre, è sì dinamico, ma non lascia quel tempo d’indugiare durante il quale mente e cuore seguono un loro corso, non lascia il contatto corporeo di rigirare l’immagini tra le mani quasi a sentire tutto il possesso di quel che è già passato.
L’immagine che diventa arte in un click, cogliendo la giusta inquadratura, la luce adatta, i colori più suggestivi, i soggetti più vari.
L’immagine che diventa denuncia, propaganda, emblema, clamore, mito, cartolina …
Quanto ancora può l’incanto di una fotografia da dagherrottipo al digitale? Se mettessimo in un cesto sotto l’albero di Natale quelle più importanti, più belle, più significative sarebbe davvero un Natale diverso?