Il vento gonfia le tende
vele di noia
nel pomeriggio
lento.
Il mare
è uno scorcio
un richiamo pigro
confuso
tra ozio
e azione.
Solo l’orizzonte
è una linea netta
tra cielo e terra
tra volo
e posa.
( Tosca Pagliari) Luglio 2011
Il vento gonfia le tende
vele di noia
nel pomeriggio
lento.
Il mare
è uno scorcio
un richiamo pigro
confuso
tra ozio
e azione.
Solo l’orizzonte
è una linea netta
tra cielo e terra
tra volo
e posa.
( Tosca Pagliari) Luglio 2011
Fili e connessioni
camere web, microfoni e suoni.
Tasti, documenti, schede di memoria,
informazioni,
mappe satellitari
avvisi, calendari,
progressi, scienza,
storia,
impossibile restare senza.
Fili e connessioni,
siti sociali,
espressioni
di vita a distanza,
volti e voci
oltre la lontananza
veloci
agli incontri
dal monitor nella propria stanza.
Fili e connessioni,
colori ed emozioni.
Colore freddo della tecnologia
colore caldo della magia
di quel che pareva impossibile
e diventa vero, visibile.
Colore rosso degli affetti
vissuti sotto altri tetti.
Colore bianco e nero
di foto scolorite
e reperite
tra uno scanner e un invio
di amici perduti
nel tempo reale
ritrovati con un messaggio virtuale.
Colore caldo di scambi, d’aiuti,
un archivio
infinito di fonti
di ponti
tra esseri lontani
eppure presenti ad uno
incredibile raduno
di sfiorar di mani
e di racconti.
Tosca Pagliari (luglio 2011)
Mi sono vista come sono
e non ho provato
nè stupore
nè disapprovazione
nè compiacimento.
Mi sono vista
ma non ho perso tempo
a guardarmi.
Mi sono vista
nel mio agire
e nel mio pensare
e ho solo considerato
la natura delle cose
e il loro accadere:
il vento che porta via le foglie
l’onda che lambisce la sabbia,
il fuoco che arde il ceppo
e la terra che germina i frutti.
Mi sono vista
così come sono
ed è già tanto
che sia accaduto,
avrei potuto
non vedermi
mai.
Tosca Pagliari (giugno 2011)
Le ore variopinte
sono anime di farfalle
sul grigiore dello scaffale
tra i libri della monotonia.
Le ore variopinte
sono musica di sottofondo
e minuetto
in punta di piedi
per non destare
il cruccio e la malinconia.
Le ore variopinte
sono il respiro dell’artista
che s’inventa la vita in poesia
sulle macerie di ieri
e sui progetti di poi.
Le ore variopinte
sventagliano colori di luce,
rubano folate di vento,
cavalcano brughiere sconfinate
e …
così come sono nate
repentine svaniscono
nell’ oblio.
Tosca Pagliari ( aprile 2011)
Le ore del sole
Tosca Pagliari ( aprile 2011)
L’ acchiappasilenzio ce l’aveva un bambino,
ma lo ruppe in una risata.
L’ acchiappasilenzio ce l’aveva un uomo,
ma lo dimenticò alla fiera dell’eloquenza.
L’acchiappasilenzio ce l’aveva un vecchio,
ma lo logorò raccontando rimpianti.
L’acchiappasilenzio ce l’aveva un gatto
acciambellato in un raggio di sole
e lo nascose
a tutti.
Tosca Pagliari (marzo 2011)
Che bisogno d’eternità
ha l’animo, la mente,
la vanità
d’eprimere,
la necessità
di svuotare il fermento
dell’essere!
Il vizio di scrivere
quasi un bisogno
di cibo per vivere.
Il vizio di scrivere
per far statue di parole
con pietre millenarie.
Il vizio di scrivere
per fermare una diapositiva
far circolare un’opinione
condividere una questione.
Il vizio di scrivere
per mille necessità,
un vizio incallito
dal tempo dell’abecedario
delle prime frasi sul diario
sui banchi e sui muri,
pigiando sui tasti
rumorosi della prima
dattilografia,
davanti allo schermo
di un computer moderno,
volando tra realtà e fantasia.
Ma non so se si può esser sicuri
che sia tra i tanti
di vizi quello più nobile
e prezioso.
Chissà forse è solo
quello più altezzoso
più pretestuoso
che non vuol lasciare
pensieri nascosti
e parole volanti,
ma solo l’ardire
di distribuire a tanti
il frutto di un io
capriccioso
col vizio di scrivere.
Tosca Pagliari (marzo 2011)